La Cina vieta l’uso dell’iPhone sul posto di lavoro ai funzionari governativi

di Yoko Kubota 06/09/2023 10:51
La Cina vieta l’uso dell’iPhone sul posto di lavoro ai funzionari governativi

Le restrizioni sui dispositivi stranieri sono l'ultimo passo della campagna di Pechino per ridurre la dipendenza dalla tecnologia estera e potrebbero danneggiare il successo di Apple nel Paese, in cui domina nella fascia alta degli smartphone

La Cina ha ordinato ai funzionari delle agenzie governative centrali di non utilizzare gli iPhone di Apple e altri dispositivi di marca straniera per lavoro e di non portarli in ufficio, secondo quanto riferito da persone a conoscenza della questione. Nelle ultime settimane, il personale ha ricevuto le istruzioni dai propri superiori in gruppi di chat o riunioni sul posto di lavoro. La direttiva è l’ultimo passo della campagna di Pechino per ridurre la dipendenza dalla tecnologia straniera e migliorare la sicurezza informatica, e si inserisce in una campagna per limitare i flussi di informazioni sensibili al di fuori dei confini cinesi.

In dubbio il dominio di Apple in Cina

La mossa di Pechino potrebbe avere un effetto raggelante per i brand stranieri in Cina, tra cui Apple, che domina il mercato degli smartphone di fascia alta che ha nel paese uno dei suoi maggiori mercati, da cui ricava circa il 19% del suo fatturato complessivo. Non è chiaro in che misura gli ordini siano stati distribuiti, ma messaggi simili sono stati comunicati ai dipendenti di alcune autorità governative centrali. L’Ufficio informazioni del Consiglio di Stato cinese e Apple non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento del WSJ.

Da anni Pechino impedisce ai funzionari governativi di alcune agenzie di utilizzare gli iPhone per lavoro, ma ora l’ordine è stato ampliato. L’ultima richiesta segnala anche l’intensificarsi degli sforzi di Pechino per garantire la rigorosa applicazione delle sue regole. La restrizione cinese rispecchia divieti simili negli Stati Uniti contro Huawei e contro i funzionari che utilizzano TikTok, di proprietà cinese. Entrambe le superpotenze sono preoccupate per le fughe di dati, in un momento in cui l’enfasi sulla sicurezza nazionale è aumentata e le relazioni sono vicine ai minimi da decenni.

Timori per la sicurezza nazionale

Il leader cinese Xi Jinping ha enfatizzato la sicurezza nazionale con l’intensificarsi della rivalità con gli Stati Uniti, il che ha comportato negli ultimi anni un rafforzamento del controllo statale sui dati e sulle attività digitali. A luglio, la Cina ha iniziato a mettere in opera un ampio aggiornamento di una legge anti-spionaggio, con cui Pechino ha esortato le sue agenzie e le imprese statali a sostituire la tecnologia straniera, compresi computer, sistemi operativi e software, con prodotti nazionali che ritiene sicuri e controllabili. Nel 2021, il governo cinese ha limitato l’uso dei veicoli Tesla da parte del personale militare e dei dipendenti delle principali aziende statali, temendo che i dati raccolti dalle auto potessero essere fonte di fughe di notizie sulla sicurezza nazionale, come riportato dal Wall Street Journal. Tuttavia, i veicoli Tesla continuano a essere ben venduti nel Paese.

Le sanzioni Usa a Huawei

Negli ultimi anni Apple ha dominato il mercato cinese degli smartphone di prezzo superiore ai 600 dollari, dopo che le sanzioni statunitensi hanno colpito la capacità della rivale Huawei Technologies di produrre telefoni 5G. Il produttore cinese di hardware ha recentemente presentato un telefono di punta più veloce, che mira a sfidare nuovamente Apple nella fascia degli utenti premium. Uno dei punti di forza dell’iPhone sono le sue caratteristiche di sicurezza e privacy. Nel 2016, Apple ha sostenuto una battaglia legale negli Stati Uniti con il Dipartimento di Giustizia per l’iPhone di un terrorista morto: le forze dell’ordine avevano chiesto l’aiuto di Apple per sbloccare il dispositivo, ma Apple si oppose.

La Cina impone ad alcune aziende, anche straniere, di conservare nel Paese i dati raccolti localmente. Aziende come Apple e Tesla hanno costruito e utilizzano centri dati in Cina, ma queste mosse potrebbero essere insufficienti per alleviare le preoccupazioni di Pechino sulla sicurezza nazionale. Gli sforzi di Pechino per rafforzare la sicurezza informatica del Paese risalgono ad almeno un decennio fa, quando Edward Snowden rivelò che la National Security Agency statunitense nel 2013 si era infiltrata nelle reti informatiche cinesi. Una delle recenti campagne di Pechino per sostituire le tecnologie straniere è rivolta ai governi centrali e locali e a vari settori industriali ed è nota come «Xinchuang», ovvero innovazioni nelle applicazioni delle tecnologie dell’informazione.

I divieti reciproci

Sia i governi cinesi che quelli occidentali hanno emesso una serie di divieti su vari dispositivi e tecnologie prodotti dalla controparte. Alla fine dello scorso anno, gli Stati Uniti hanno imposto nuove restrizioni all’esportazione di semiconduttori avanzati e apparecchiature per la produzione di chip, nel tentativo di evitare che la tecnologia americana favorisca il potere militare della Cina. A gennaio, Xi ha esortato i responsabili politici del Paese a concentrarsi sullo sviluppo di una catena di approvvigionamento tecnologico indipendente e controllabile.

Gli Stati Uniti hanno inoltre imposto restrizioni sulle apparecchiature di comunicazione prodotte da aziende cinesi, tra cui Huawei, il gigante tecnologico che Washington ha etichettato come una minaccia per la sicurezza nazionale per il timore che possa spiare per conto di Pechino, accuse che Huawei respinge. Sempre negli Stati Uniti, molti Stati vietano ai dipendenti pubblici l’uso dell’applicazione di video brevi TikTok sui dispositivi in dotazione al lavoro, come telefoni e laptop, e in alcuni casi sulle reti Wi-Fi statali. I membri del Congresso hanno presentato proposte di legge che vieterebbero TikTok a livello nazionale o darebbero all’amministrazione presidenziale maggiori poteri per l’applicazione di tale divieto. (riproduzione riservata)


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