Che cos'è e perché conviene costituire una Cer, Comunità Energetica Rinnovabile

di Francesco Calciano (*) 12/08/2022 17:55
Che cos'è e perché conviene costituire una Cer, Comunità Energetica Rinnovabile

Ecco come deve essere costituita e quali benefici consegue questa nuova fattispecie giuridica, in cui un cittadino, un condominio o un’impresa che vi aderisce accede ad una serie di vantaggi economici e fiscali

Sebbene le Comunità Energetiche Rinnovabili (Cer) stiano sempre più crescendo in termini di interesse da parte degli operatori del settore, restano ancora ampi margini per fare chiarezza su questa nuova fattispecie giuridica, anche dopo l’emanazione del D.Lgs. 199/2021 (il cosiddetto Decreto Red - Renewable Energy Directive), che ha comunque contribuito a superare alcune criticità della disciplina.
Sono ormai numerose le leggi e le proposte di legge nazionali e regionali al riguardo, ma nessuna sembra avere colto gli elementi indispensabili che contraddistinguono queste entità per garantire che operino nel reale interesse delle rispettive comunità locali. In generale si ha l’impressione che non si sia tenuto in considerazione che esistono già norme e forme giuridiche, anche più complete di quelle proposte o approvate a livello regionale, utilizzabili per creare e gestire imprese di comunità.

Si tratta, ad ogni modo, di un importante passo avanti in direzione di uno scenario energetico che favorirà lo sviluppo di energia a chilometro zero, dove i soggetti che partecipano alla Cer devono produrre energia destinata al proprio consumo con impianti alimentati da fonti rinnovabili.

Definizione e tipologia

Le norme di riferimento non impongono una determinata forma giuridica, ma la disciplina è coerente nel prescrivere obiettivi e caratteristiche essenziali che indirizzano alla scelta della forma giuridica e alla circoscrizione del campo di applicazione.

Nel dettaglio, la Cer deve essere un soggetto giuridico di tipo collettivo con o senza personalità giuridica ma, ad ogni modo, con la capacità di essere titolare di situazioni giuridiche soggettive in modo autonomo rispetto a quello dei membri o componenti, dotato di un’organizzazione e di propri organi. In estrema sintesi, pertanto, una Cer è un soggetto giuridico:
·       che si basa sulla partecipazione aperta e volontaria degli iscritti ed è controllato da soci o membri che sono situati nelle vicinanze degli impianti di produzione energetica detenuti dalla comunità;
·       i cui soci o membri sono persone fisiche, piccole e medie imprese (Pmi), enti territoriali o autorità locali, il cui obiettivo principale è fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai propri soci o membri o alle aree locali in cui opera.

Il soggetto giuridico in esame, inoltre, non dovrà avere lo scopo di lucro quale scopo principale, in tal senso è da intendersi prudenzialmente sia in senso soggettivo - come profitto dei soci - sia in senso oggettivo quale ricerca di utili, con la precisazione che non è invece scopo di lucro quello di dare un beneficio ai singoli partecipanti sotto forma di un risparmio di spesa, proporzionale alla propria capacità di consumo e non sotto forma di remunerazione dell’investimento in partecipazione.

Questo porta ad escludere gli enti che per natura perseguono prevalentemente uno scopo di lucro (società di persone e di capitali), e a individuare come possibili forme giuridiche solo quelle che hanno o possono avere uno scopo principale diverso da quello lucrativo.

Con riferimento a quanto finora delineato, in via esemplificativa, si possono circoscrivere alcune possibili forme giuridiche applicabili alla Cer:

-          associazioni riconosciute e non riconosciute;
-          consorzi e società consortili;
-          fondazioni di partecipazione;
-          cooperative a mutualità prevalente.

Il modello delle cooperative a mutualità prevalente sembrerebbe essere quello più confacente rispetto alla finalità di godere del regime fiscale privilegiato individuato dall’Agenzia delle entrate con la risoluzione n. 18/E del 12 marzo 2021 e, rispetto ai modelli legali tipici per la costituzione delle CER, tra cui quelli individuati dalla Legge regionale della Regione Lombardia del 15 febbraio 2022.

I vantaggi economici

Un cittadino, un condominio, una Pubblica Amministrazione o un’impresa che scelga di aderire ad una Cer accede ad una serie di vantaggi economici:
?         risparmio in bolletta: più energia si auto-consuma direttamente e più si riducono i costi delle componenti variabili della bolletta (quota energia, oneri di rete e relative imposte);
?         incentivo sull’energia prodotta fino a concorrenza di quella consumata dai membri della Cer: produrre energia rinnovabile con la Cer può rappresentare una fonte di guadagno grazie ai meccanismi incentivanti e di ritiro dedicato per l’energia immessa in rete;
?         agevolazioni fiscali (detrazioni o credito d’imposta): per i privati è prevista una detrazione fino alla soglia di 200 Kw e per un ammontare complessivo di spesa non superiore ad euro 96.000.

La detrazione in questione si applica, attualmente, nella misura del 50% alle spese sostenute per interventi relativi alla realizzazione, su singole unità immobiliari e su parti comuni, di opere finalizzate al conseguimento di risparmi energetici con particolare riguardo all’installazione di impianti basati sull’impiego delle fonti rinnovabili di energia.
Per le imprese è previsto un credito d’imposta del 6% (ex superammortamento) con limite di costi ammissibili pari a 2 milioni di euro.

Ciò detto, è utile inoltre evidenziare che l’Amministrazione finanziaria con la richiamata risoluzione n. 18/E del 12 marzo 2021 si è espressa in relazione alla possibile applicazione della misura del cosiddetto Superbonus che ha introdotto la detrazione del 110% delle spese sostenute per determinati interventi di efficientamento energetico e antisismici.
Si segnala, tuttavia, che l’eventuale fruizione del Superbonus non è cumulabile con altri incentivi pubblici o altre forme di agevolazione di qualsiasi natura prevista dalla normativa europea.

Pertanto, in caso di fruizione del Superbonus non viene riconosciuta la tariffa incentivante sull’energia elettrica condivisa, ascrivibile alla quota di potenza per cui trova applicazione tale agevolazione.
La predetta tariffa è, infatti, applicata al minor valore, calcolato per ciascuna ora, tra l’energia elettrica immessa in rete dagli impianti alimentati da fonti rinnovabili facenti parte della Cer e l’energia elettrica prelevata dall’insieme dei clienti finali della configurazione.

I benefici ambientali

In una Comunità Energetica dove l’energia viene prodotta da un impianto fotovoltaico, si riducono le emissioni di CO2 e di altri gas climalteranti. Il valore medio di emissioni per ogni kilowattora consumato dal contatore domestico è di 352,4 grammi di CO2 equivalente. La produzione di energia fotovoltaica invece, al netto della CO2 emessa in fase di realizzazione dell’impianto e dei suoi componenti, non produce emissioni dannose per l’ambiente. Considerando che, in Italia, una famiglia tipo consuma circa 2700 kWh di energia elettrica all’anno, con un impianto fotovoltaico si eviterebbero le emissioni di circa 950 kg CO2/anno, corrispondenti all’attività di assorbimento di circa 95 alberi!

Da non trascurare, infine, che la protratta situazione di crisi in relazione al conflitto in Ucraina sta mettendo in notevole difficoltà l’evoluzione della politica energetica dei Paesi dell’Unione Europea. Finora, 12 paesi dell’UE hanno subito interruzioni alle consegne di gas russo (da cui l’Italia dipende), i livelli di fornitura sono la metà di quelli dell’anno scorso ed i governi europei sono impegnati a trovare soluzioni alternative per dare piena attuazione alla non più rinviabile transizione energetica incentrata a sviluppare modi di produzione e consumo più sostenibili. Le Cer, in un simile contesto, possono realizzare azioni per migliorare il risparmio e l’efficienza energetica a livello familiare e, di conseguenza, contribuire a combattere la povertà energetica. A livello commerciale e industriale, possono dare maggiore competitività alle aziende locali, riducendo i consumi e abbassando le tariffe di approvvigionamento.
 
*Responsabile Fiscalità Nazione Verde


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